VA E ANNUNCIA
Stiamo vivendo la Settimana Santa e il desiderio è di vivere questo cammino che abbiamo fatto in questa quaresima, fermandoci a riflettere sull’importanza di come partecipare ai vari momenti della Santa Messa, riscoprire il messaggio e l’invito che Gesù ci fa per questa settimana di Passione: diventare testimoni della nostra fede vivendo il mistero della sua Passione, morte e risurrezione. Diventare testimoni è accogliere l’invito che sentiamo alla conclusione della Santa Messa: Andiamo in pace. Ecco ora inizia la nostra vera celebrazione. Ora la Messa deve essere il nostro testimoniare ciò che abbiamo vissuto, ciò che l’amore di Dio ci ha affidato e portare in ogni momento della nostra giornata l’annuncio del Vangelo che è l’annuncio della consegna che Gesù ci ha fatto con la Santa Comunione. Dobbiamo annunciareil messaggi di Gesù che ci offre attraverso la sua croce che non era altro che l’inizio della sua predicazione: “Convertitevi e credete al Vangelo”. Questo invito apparentemente semplice, di Gesù, costituiva il nucleo centrale della sua predicazione. Io penso che in mezzo a tanti programmi elaborati, e che spesso rimangono sulla carta, la ricetta per guarire dai nostri mali resti sempre quella. Convertirsi, ossia imboccare un’altra strada, compiere una decisa inversione di marcia, attratti da una Presenza. E credere al vangelo. Credere significa, in fondo, aderire come si fa con una cintura ai fianchi. Questa cintura non va indossata a intermittenza. Bisogna che ci tenga ben stretti in ogni circostanza. Perché il rischio è sempre quello. Crediamo al Vangelo, lo conosciamo. Ma poi, in determinate situazioni, di fronte a certe decisioni, a certi atteggiamenti da adottare, rimane slacciato, scollato. Aver celebrato l’Eucaristia è mettere addosso questo amore di Dio Padre e manifestarlo a tutti, senza vergogna e coinvolgere i fratelli alla conoscenza dell’amore di Dio stesso. Dopo tutto la cintura stretta ai fianchi serve per mettersi in movimento, camminare, “andare”. Andare dove? Non certo dove abbiamo stabilito noi, secondo i nostri programmi, sempre minimalisti. Ma dove ci porta il Vangelo. Lungo la strada dell’imprevedibilità. Una frase fin troppo logora dall’abuso è quella ricavata dal Qoèlet: “Segui pure le vie del tuo cuore” (11,9). Qualcuno l’ha resa con “Va dove ti porta il cuore”. Sarebbe opportuno, nel nostro caso, precisare: “Va dove ti porta il Vangelo”. Non è possibile né decidere e neppure prevedere dove arriveremo. Ma, sicuramente, ci saranno molte sorprese nel nostro itinerario. Per noi e per gli altri. Questo invito di andare a portare a tutti il messaggio della pace e dell’amore eucaristico, ci conduce verso qualcosa di assolutamente nuovo. Verso un territorio in gran parte da esplorare. Verso un’esperienza di libertà. Verso la scoperta di noi stessi. Voce del verbo fidarsi. Che è poi il verbo della fede. Per vivere meglio questo impegno e questa settimana Santa vi propongo di fermarvi davanti alla croce e meditare queste parole che il vescovo FultonSheen ci ha lasciato: “Ero uscito di casa per saziarmi di sole. Trovai un Uomo che si dibatteva nel dolore della crocifissione. Mi fermai e gli dissi: <permetti che io ti aiuti a staccarti dalla croce>. Ma Lui rispose: <lasciami dove sono, i miei chiodi nelle mie mani e nei piedi, le mie spine intorno al capo, la mia lancia nel cuore. Io dalla croce da solo non scendo. Io non scendo dalla croce fino a quando sopra vi spasimano i miei fratelli. Io dalla croce non scendo fino a quando per distaccarmi non si uniranno tutti gli uomini>. Gli dissi: <che cosa vuoi che io faccia per te>? Mi rispose:< Va in tutto il mondo e dì a coloro che incontrerai che c’è un Uomo inchiodato sulla croce>”. Ecco il nostro impegno: non lasciamo quest’Uomo solo sulla croce! Buona settimana Santa.
Pace e bene! Don PierLuigi