A dispetto del luogo comune che a sognare siano solo i giovani e i bambini, la storia parla di sogni che Dio regala agli anziani. Anche quando il tempo è un cumulo di ricordi e tutto sembra finito, non è mai terminato il tempo dei sogni perché “nulla è impossibile a Dio”.
Certamente molti elementi distinguono i sogni dei giovani da quello degli anziani:
- ai giovani viene spontaneo e istintivo sognare, all’anziano chiede riflessione e speranza;
- i giovani si fanno carico di attuare i propri sogni, gli anziani sono costretti a regalare i propri sogni alla generazione seguente
- i giovani sentono che tutto dipende dal loro impegno, gli anziani hanno fiducia che qualcuno accolga i loro sogni e si fac‐ cia carico della
Purtroppo non riusciamo a liberarci dal vizio di guardare indietro, vivere di ricordi, raccontarci i tempi di una volta “quando …” e continuando così si rischia di vivere senza speranza, rassegnati senza attese, con la vita e il cuore che inaridisce.
Anche a Nosate, dove gli anziani non mancano, spesso si coglie questo senso di delusione; i cortili che si aprono sulla piazza presentano un lento e inesorabile svuotamento, non grida di bimbi, non un correre frenetico, si cammina nel silenzio, e silenzio lo troviamo in tanti spazi attorno alla Chiesa.
E’ rimasto poco: il Comune, la Chiesa, saltuariamente i servizi indispensabili, il pulmino che porta i ragazzi alle scuole di Turbigo, qualche esercizio commerciale e alcune associazioni che con perseveranza presentano iniziative.
Nosate ha bisogno di persone che sognano e se non sognano i giovani tocca agli anziani, sono loro che devono presentarsi non un carico di ricordi ma con un pacchetto di sogni.
Sognare quindi! Ho sognato una sera di maggio: un piccolo gruppo di bambini con genitori e nonni riuniti per il rosario. Non avevano spazi da occupare, non volontà di affermazione, ma solo disponibilità a donare tempo nell’aiutarsi a vivere il momento di preghiera. Una sera dove i pastorelli di Fatima si chiamavano Samuele, Nicolas, Eleonora, Matteo, Letizia, Lara, Margherita, …
Un sogno che indica strade o più semplicemente delle tracce che hanno bisogno di tempo. Forse dobbiamo imparare a mettere in secondo piano incontri che spesso portano solo parole, discussioni su modelli presi altrove e idealizzati, ma favorire la nascita di piccoli gesti che fanno vivere e scoprire una “appartenenza”. E’ questa la strada che allarga l’orizzonte e da slancio alla vita.
don Giuseppe Monti