Siamo alla conclusione del nostro anno pastorale ed è bello fermarci a riflettere sempre sul valore della fede che si basa sul Cristo Crocifisso che offre la sua vita per redimerci e ridonarci la bellezza della divina misericordia che ci salva e ci libera dai nostri peccati. Lo facciamo ancora una volta con le parole del Beato Charles de Foucauld che ci invita a meditare su questo versetto: “Gesù mandando nuovamente un gran grido rese la spirito” (Mt 27,50). Scrive: “Se avessimo fede in queste parole, se credessimo come dovremmo credere, che Gesù è morto per noi, come lo ameremmo! E come desidereremmo il martirio!… Lo ameremmo: supponiamo che una persona brutta, non intelligente, dell’ultima classe, lo scarto delle creature umane, di ogni genere, morisse volontariamente per noi, non l’ameremmo? Niente attrae di più l’amore che l’amore: è probabile che non potremmo impedirci di dare il nostro cuore al povero essere che ci amasse sì appassionatamente… E lo rifiuteremmo a Gesù! Non c’è essere sì indegno che non ameremmo, se ci amasse fino a questo punto: Gesù ci dà questa prova d’amore, è la bellezza suprema, la bontà infinita, l’intelligenza, la scienza, la sapienza perfette, la verità eterna, è Dio, e noi non lo ameremmo!… In quale abisso è piombato il mio cuore! Fino a qual fondo di miseria sono caduto! In quali profondità di fango sono sepolto! Mio Dio, che sei morto per me, mi metto ai tuoi piedi, ti adoro con tutte le forze della mia anima, ti amo, voglio amarti, ti chiedo di amarti con tutto il mio cuore. Grazie di essere morto per me indegno! Scusa di averti s’ poco amato. Soccorrimi affinché° ti ami come devo, come vuoi!… Se abbiamo la fede, dobbiamo anche desiderare ardentemente il martirio, poiché è somigliare a Gesù fino in fondo, essere suo fratello, il suo piccolo fratello fino alla fine, seguirlo con la mano nella mano fino al calvario: ed è il più grande segno d’amore: <Non c’è amore più grande che dare la propria vita per i propri amici>”. Gesù con la sua morte si è manifestato il nostro più grande amico e ci invita a seguire il suo esempio nell’arte della amare: ecco la domanda su cui riflettere: Che cosa mi impedisce di non avere paura di seguire il suo esempio? Gesù in questo anno ci ha aiutati a riscoprire la bellezza della nostra fede e il Beato Charles ci ha invitato tante volte a non avere paura di Gesù e di vivere la gioia della preghiera e della adorazione, perché non amare il silenzio davanti all’eucaristia, davanti al tabernacolo o davanti alla croce e permettere a Gesù di parlare al nostro cuore e di immergerci nel suo amore e nel suo sangue sparso là sulla croce e presente nel calice dell’Eucaristia? Gesù è l’amico che si sacrifica per noi, cosa aspettiamo a dirgli il nostro grazie, o abbiamo paura anche di chi ci ama fino a dare la vita per noi freddi e indifferenti, accecati dal nostro orgoglio? La vita nuova che il Crocifisso ci offre ci aiuti a diventare dei testimoni e non accontentarci di essere maestri solo di parole. Pace e bene.
Don PierLuigi