Gesù ci libera dalla paura di Dio

Oggi stiamo vivendo la festa della nostra comunità pastorale con un avvenimento bello: il cinquantesimo anniversario della consacrazione di Don Giuseppe. Il sacerdozio è il dono grande che Dio ha fatto alla sua Chiesa per questo è importante ringraziare il Signore e l’Eucaristia è la preghiera più bella che Gesù ci ha lasciato. Pertanto dobbiamo cancellare dalla nostra vita la paura di Dio. Ci lasciamo aiutare da Don Mazzolari che nel suo libro Il compagno Cristo ha questa proposta . Voler togliere la paura dal nostro cuore  dobbiamo seguire l’invito di Gesù che ci dice che Dio è Padre e un padre ama i suoi figli e vuole solo per loro il bene. Un giorno al discepolo Filippo che gli chiedeva: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”, Gesù ha risposto: “Da tanto tempo sono con voi e non mi avete ancora conosciuto? Chi ha veduto me, ha veduto il Padre”. Nelle parole di Gesù, nelle sue opere, nel suo volto trasfigurato dalla gloria e dall’agonia, c’è il volto di Dio, un volto paterno. Per Gesù  Dio è solo il Padre e sotto tal nome ce lo ha fatto conoscere e con tale nome vuole che lo chiamiamo, perché noi siamo suoi figli. S. Giovanni l’apostolo, ha scritto che Dio è amore: e a qualcuno è sembrato ch’egli avesse detto una parola anche più bella. Ma l’amore è qualcosa d’indeterminato, mentre l’amore di un padre è l’amore concreto, vincolato da un atto d’infinita e continua bontà. Ogni senso d’amore, che palpita nel cuore delle creature, che popolano il cielo e la terra, prende immagine e sostanza da questa paternità. Don Mazzolari così ci invita a riflettere: Padre nostro…  Se io lo chiamo Padre, con ugual diritto ogni uomo lo può chiamare con lo stesso nome, poiché ognuno, anche il più miserabile, è collocato nella sua paternità con predilezione inconfondibile e permanente. Sia santificato il tuo nome… Se tento di accaparrarmi la sua benevolenza, escludendo gli altri: se mi servo del suo nome pe negare gli altri: se mi servo del suo nome per negare l’aria, il sole, il pane, la libertà, la patri ad altri, non santifico, ma bestemmio il suo nome. Venga il tuo regno… Se la voro per la mia grandezza o per quella di un altro: se affermo una giustizia, che è piuttosto di questo popolo, che di tutti i popoli, di questa razza o di questa classe contro le altre, non è il suo regno di giustizia e di pace, che preparo. Sia fatta la tua volontà… Se rifiuto di adorare il mistero della vita, di accettare le segrete vie per le quali il Padre mi conduce; se voglio contro la sua volontà invece di farmi l’interprete e l’operaio umile e fedele di essa; se non mi accetto nei miei limiti di creatura, credendo di poterli cancellare con gesti insani, che accumulano disgrazie e rovine su coloro stessi che dicono di proteggere; non è più la sua  volontà, che è il fondamento di ogni ordine vero sulla terra e nei cieli.
Un Padre così non sa fare altro che amare mentre se in noi c’è l’infelicità è perché non sappiamo amare e solo l’amore è la legge della vita. Ecco allora l’insegnamento che dobbiamo imparare da Gesù che è il nostro compagno di viaggio nel cammino dell’amore: saper chiamare Dio come Padre. Gesù ci libera dalla paura di Dio in quanto non Dio, ma l’uomo fa paura: non il comandamento di Dio, ma il comandamento dell’uomo. Cerchiamo quindi di andare alla scuola di Gesù e facciamo in modo che quest’anno sia Gesù il nostro compagno di viaggio nell’accogliere Dio come Padre. Pace e bene!

Don PierLuigi