Il cammino quaresimale ci immerge sempre più nell’arte della conversione. Oggi il Vangelo ci dice “Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”. Vogliamo pertanto cercare di conoscere questa verità che ci viene dal Sacramento della Confessione, per meglio vivere i frutti degli esercizi spirituali che abbiamo vissuto. Siamo stati invitati al Vedrai che bello… stare con Gesù per essere suoi discepoli. La confessione, questo sacramento che sempre ci mette in crisi è il bello dell’amore misericordioso del Padre. Per meglio comprendere che cosa possa significare la Confessione per noi oggi, dobbiamo osservare il comportamento di Gesù. Infatti nei sacramenti della chiesa incontriamo Gesù che ci sfiora con la sua mano ricca di bontà. Oggi molti si domandano per quale motivo debbano confessarsi. Si pensa infatti che Dio perdoni anche senza confessarsi e che si possa comunicare la propria colpa direttamente a Dio senza avere bisogno di un sacerdote. Ovviamente Dio perdona la nostra colpa anche senza la confessione. Dio non è legato alla confessione. Dio perdona sempre. Possiamo provare il suo amore che perdona se ascoltiamo la sua Parola o meditiamo, se nella preghiera porgiamo la nostra verità nel suo amore. La questione non riguarda come Dio perdona, ma in quale modo noi possiamo credere al suo perdono. Il rito della confessione desidera soprattutto aiutarci a saper credere nel perdono. Infatti esiste dentro di noi una voce interiore che ci impedisce di accettare il perdono di Dio. Chi ha commesso una colpa sente di non poter essere accettato. Spesso le parole incoraggianti di un amico non riescono a liberare da questa sensazione. E’ necessario il rito che si spinge nella profondità dell’inconscio ed elimina le barriere che trattengono dal credere nel perdono. Poiché la colpa ci esclude dalla comunità delle persone, una colpa veramente profonda richiede il dialogo affinché ci si possa di nuovo sentire persona tra le persone. La confessione abbatte il muro che ci divide da Dio, da noi stessi e dagli uomini. Evidentemente per la salute dell’uomo è necessario che egli abbia un luogo in cui poter ammettere coscientemente i propri errori e le proprie debolezze e parlare della propria colpa e dei propri sensi di colpa. La confessione trasmette il perdono di Dio in modo tale che possa giungere anche nel profondo del cuore dell’uomo. Il rito contrappone ai sensi di colpa radicati in profondità qualcosa di sovrapersonale. Esso pone chi si confessa a contatto con la potenza di Gesù Cristo, che agisce direttamente sul colpevole e lo libera dalla sua colpa e dai suoi sensi di colpa: “Ti sono rimessi i tuoi peccati… alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa”. Proviamo in questa settimana a riflettere su come viviamo questo sacramento e quanto crediamo al fatto che Dio, attraverso l’assoluzione che ci viene data dal sacramento, ci ridona veramente il suo perdono e il suo amore. Da ultimo crediamo al conferimento che Gesù risorto dà agli apostoli e, quindi ai sacerdoti, del potere di perdonare i peccati. Infatti dice loro: “Ricevete lo Spirito Santo, a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”. (Gv 20,22-23). Lasciamoci perdonare da Gesù. Pace e bene!
Don PierLuigi